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Il respiro che rinfresca

Il Prâna è l’energia sottile che tutto sostiene, l’energia vitale presente in ogni cosa e che regola le funzioni dell'organismo.

Viene definito come "soffio vitale" in quanto si veicola prevalentemente attraverso il respiro.

Il Prâna viene assorbito attraverso l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, il cibo, l’ambiente, la presenza delle persone intorno a noi.

La respirazione è lo strumento più facile ed efficiente per ottimizzare il Prâna.

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Rappresentazione del movimento dell'energia sottile nel corpo.


Le pratiche di respirazione comunemente usate nello yoga vengono definite come Prânâyâma, "controllo del respiro".

I prânâyâma aiutano ad ottimizzare il lavoro polmonare e quindi lo scambio gassoso e l’ossigenazione delle cellule.

Ogni tecnica di respirazione ha inoltre i suoi benefici specifici, quali per esempio promuovere il rilassamento, migliorare la digestione, rallentare il turbinio dei pensieri e favorire la concentrazione.

Alcuni prânâyâma possono avere effetti sulla temperatura corporea.


Shîtalî e Sîtkârî vengono definiti come "respiro rinfrescante" perché diffondono un senso di freschezza nel corpo e nella mente. Sono pertanto particolarmente indicati per l’estate ed in presenza di vampate di calore.

Nelle pratiche di prânâyâma, comunemente si respira con il naso: in questo modo l’aria introdotta viene regolata a temperatura ed umidità più adatte all’organismo, mentre eventuali polveri o impurità vengono trattenute e successivamente espulse attraverso il muco.

Vi sono però alcune eccezioni in cui il respiro viene veicolato attraverso la bocca.


La parola Shîtalî può essere tradotta dal sanscrito come “rinfrescante” o “calmante”.

Nella sua pratica si apre la bocca per usare la lingua leggermente protesa verso l'esterno ed "arrotolata" a cucchiaio come un canale attraverso il quale inspirare, .

La temperatura dell’aria in entrata viene così abbassata dall’umidità della saliva, producendo un effetto rinfrescante in tutto il corpo.

L'espirazione avviene normalmente attraverso il naso, dopo aver chiuso la bocca e rilassato la lingua.

Si ritiene che la capacità di arrotolare la lingua e disporla come a formare un canale sia innata, o meglio sia una predisposizione genetica che porta ad apprendere i comandi muscolari necessari solamente durante l'infanzia. Altri praticanti sostengono invece che sia possibile imparare a qualsiasi età ma non è chiaro in quale modo ci si potrebbe esercitare.

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Posizione della lingua in Shîtalî prânâyâma.


Per chi, come me, non è in grado di arrotolare la lingua esiste in alternativa la pratica di Sîtkarî prânâyâma, il "respiro sibilante".

Inspirando dalla bocca, si aprono le labbra come a mostrare i denti, facendo passare l'aria attraverso gli spazi interdentali. La lingua dovrebbe rimanere piatta e ben allargata. I denti superiori toccano quelli inferiori ma senza stringere.

L'umidità della bocca e della lingua aiuta ad abbassare la temperatura dell'aria in ingresso e diffonde freschezza nella gola e nel corpo.

Il passaggio dell'aria attraverso i denti produce un suono simile ad un sibilo o fruscio.

Rilassando le labbra, si espira dal naso.


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Sîtkarî prânâyâma: il passaggio dell'aria attraverso i denti produce un sibilo...


Sia Shîtalî che Sîtkârî hanno un effetto positivo sul sistema nervoso, in quanto possono contribuire a rallentare il flusso dei pensieri o fornire sollievo in presenza di agitazione, ansia e rabbia.

Producendo un sibilo ben udibile durante l'inspirazione, la concentrazione sul suono aiuta a rimanere focalizzati e ad immergersi in profondità con consapevolezza nel ritmo naturale della respirazione. Così facendo si riduce l'azione del lavorìo costante dei pensieri che spesso è causa di preoccupazione ed irrigidimenti.

Proprio per questo Shîtalî e Sîtkârî favoriscono il rilassamento dei muscoli, sopratutto nella parte alta del corpo.


Secondo la medicina tradizionale indiana, l'ayurveda, in ogni individuo sono presenti gli elementi principali della materia: terra, fuoco, aria, acqua ed etere.

La combinazione di questi cinque elementi principali costituisce i 3 elementi vitali chiamati dosha, responsabili delle nostre caratteristiche sia a livello fisico che a livello energetico, attitudinale e comportamentale. La salute corrisponde pertanto ad uno stato di equilibrio tra i dosha: vata (formato da aria ed etere), pitta (formato da fuoco ed acqua) e kapha (formato da terra ed acqua).

Secondo alcuni testi classici, i prânâyâma rinfrescanti aiutano ad equilibrare il dosha Pitta ed a regolare il fuoco interiore. Infatti la loro pratica migliora la digestione, porta beneficio alla milza e favorisce i processi di purificazione e l'espulsione delle tossine dal corpo.


Pochi minuti di pratica possono essere sufficienti, magari ripetuti due o tre volte durante la giornata, per portare un senso di freschezza e calmare la sensazione della sete.

Come per ogni tecnica della yoga, l'importante è evitare qualsiasi sforzo e porsi in ascolto del corpo per poter riconoscere i propri limiti ed apprezzare i benefici della pratica.

 
 
 

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