Trikonâsana, il triangolo in piedi.
- samuele rosso
- 26 feb 2022
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 27 feb 2022
La posizione del triangolo.
In sanscrito, Trikona significa triangolo. Trikonâsana è la posizione di base di una serie di âsana in cui con il corpo, ed in particolare con le gambe, si raffigurano uno o più angoli geometrici.
Tra questi possiamo citare la posizione del triangolo ruotato, la posizione dell’angolo da sdraiati, la posizione laterale ad angolo, la posizione dell'angolo da seduti ed altre ancora.
In piedi, divaricare le gambe in modo da avere i piedi paralleli ad una distanza minima uguale alla larghezza delle proprie spalle. In questo modo le gambe descrivono un triangolo isoscele: i due lati uguali sono costituiti dalle gambe ed il lato più corto corrisponde alla distanza tra i piedi.
Divaricando maggiormente le gambe, senza forzare e senza perdere stabilità, si può arrivare a descrivere un triangolo equilatero in cui la distanza tra i piedi è uguale alla lunghezza della propria gamba.
Nella pratica degli âsana, salvo indicazioni o impedimenti, la respirazione viene effettuata attraverso il naso.
Inspirando, si ruota il piede destro di 90 gradi verso destra.
La rotazione del bacino verso destra è minima: è la coscia che ruota esternamente per permettere alla gamba di posizionarsi nella stessa direzione del piede.
Il busto e la testa rimangono frontali.
Il piede sinistro può ruotare leggermente verso l’interno, di circa 30 gradi, per assicurare comodità e stabilità nella posizione. La gamba sinistra deve rimanere attiva durante tutta la pratica: provare a contrarre il gluteo per assicurarsi che i muscoli siano attivi dal tallone fino alla natica.
Il peso del corpo è al centro, tra i piedi: attenzione a non portarlo verso la gamba destra.
Si può provare ad aumentare la spinta sulle piante dei piedi per assicurarsi di non spostare il baricentro.
Inspirando, si distendono le braccia all’altezza delle spalle con i palmi delle mani ruotati in avanti. Lo sguardo rimane frontale, nella posizione di partenza. Le braccia formano una linea che va da mano a mano passando per le spalle.
Con un' ulteriore inspirazione si apre bene il petto e si distende la colonna vertebrale verso l’alto, come a spingere con la sommità della testa verso il soffitto.
Espirando si flette il busto lateralmente a destra, per portare la mano destra verso il piede. Mentre il braccio destro si rivolge verso terra, quello sinistro mantiene la linea che passa per le spalle ed è disteso in alto. È importante assicurarsi di aprire bene la spalla sinistra.
Attenti a non ruotare il bacino ed a non appoggiarsi sul fianco in chiusura: l’allungamento della colonna viene mantenuto durante tutta l'esecuzione.
Il bacino e le spalle dovrebbero rimanere sulla stessa linea: si può praticare inizialmente in appoggio ad un muro in modo da percepire effettivamente come mantenere tutto il corpo sulla stessa linea.
Uno degli errori più comuni è infatti quello di piegare il tronco in avanti per riuscire a portare la mano più in basso, verso il piede.
In questo modo però alla flessione laterale si aggiunge un piegamento in avanti che potrebbe gravare sulla colonna o sulle articolazioni.
La testa può rimanere frontale o si può ruotare in modo da portare lo sguardo alla mano estesa verso l’alto.
Se si riesce a portare la mano destra a terra, appoggiare il palmo sul tappetino all'esterno del piede.
La posizione dovrebbe essere raggiunta gradualmente, senza ricercare di ottenere subito la massima flessione disponibile. È bene lavorare piuttosto con la respirazione profonda ed, eventualmente, ad ogni espirazione, cercare di rilassare e di incrementare minimamente l'inclinazione laterale e l'avvicinamento della mano al piede.
Come sempre, l'importante è non forzare, accettare la condizione del proprio corpo nel momento presente e considerare come punti cardine della pratica il raggiungimento di comodità, stabilità e rilassamento.
Dopo qualche minuto nella posizione, se si è ruotata la testa, inspirando si riporta lo sguardo frontale, espirando si ritorna sulla verticale con il busto. Inspirando si ruota il piede destro di 90 gradi verso il centro, espirando si abbassano le braccia.
Lentamente, a piccoli passi, avvicinare i piedi.
Sciogliere quindi il corpo con dei movimenti dolci prima di ripetere sul lato sinistro.

L'occhio umano viene attratto dalle figure geometriche fondamentali.
E dai colori.

Le figure inscrivibili in un triangolo portano l'occhio umano a guardare inevitabilmente verso il vertice, in questo caso verso l'alto, verso il cielo.
La figura del triangolo è presente nella simbologia di molte culture.
Una dei significati comunemente attribuiti è quello del triangolo come rappresentazione del movimento verso l'alto e verso dimensioni più sottili. In questa ascesa, il triangolo simboleggia sia il radicamento, costituito dalla sua base ampia e perciò stabile, sia lo slancio verso l’alto, costituito dal vertice.
I lati che collegano la base al vertice rappresentano la connessione tra il terreno e l'ultra-terreno, tra l'umano ed il divino.
Tre sono i lati e tre sono gli angoli: il numero 3 è di per sé utilizzato in molti contesti magici e religiosi.
Quando il triangolo è equilatero, l'uguaglianza dei lati e degli angoli rispecchia i concetti di equilibrio e di armonia. Con la base di lunghezza uguale a quella dei lati che si uniscono nel vertice, la figura simboleggia la stabilità ed è spesso associata alla rappresentazione della Terra come elemento solido sul quale tutto si poggia. Basti pensare a come i bambini disegnano le montagne, nella natura simbolo per eccellenza della solidità: rappresentandole come una serie di triangoli stagliati all'orizzonte.
Nella rappresentazione degli yantra il triangolo costituisce, assieme al cerchio ed al quadrato, uno degli elementi fondamentali. Gli yantra sono diagrammi o raffigurazioni geometriche composte da varie figure solitamente intrecciate o sovrapposte, in cui ogni elemento ha un determinato significato. L'insieme delle figure presenti in uno yantra, similmente a quanto succede nei mandala, forma una rappresentazione del mondo, dell'Universo, della divinità o del rapporto tra spirito e materia, tra uomo e divino.
In questo contesto il triangolo costituisce spesso un simbolo di energia e di fertilità: quando raffigurato con il vertice rivolto verso l'alto rappresenta l'aspetto maschile e quando con il vertice rivolto verso il basso rappresenta invece l'aspetto femminile.

Srîyantra, yantra tantrico usato per la meditazione e per rappresentare le energie universali.
Gli yantra vengono utilizzati non solo come una geometrica "mappa mundi" che descrive la cosmogonia e la cosmologia ma hanno un utilizzo pratico nelle tecniche meditative, soprattutto in ambito tantrico.
L'intreccio di figure geometriche offre un fulcro ai sensi ed alla mente per potersi concentrare e pacificare.
La figura del triangolo d'altronde stimola una suggestione interessante se pensiamo ad una delle immagini più comunemente associate alla cultura dello Yoga: quella di una persona seduta a gambe incrociate, in una posizione meditativa.
Possiamo infatti vedere come la sagoma di colui che medita risulti alla percezione dell'occhio come immediatamente inscrivibile nella figura geometrica del triangolo.
La stabilità propria del triangolo si riflette nella posizione meditativa che diventa anch'essa stabile e perciò può essere mantenuta comodamente a lungo. Alla stabilità del corpo si aggiunge poi il valore della stabilità della mente, dei pensieri e delle emozioni, raggiungibile appunto attraverso una costante pratica della meditazione.

Bassorilievo con figura seduta in meditazione, Tempio di Haralahalli, sud dell'india. 2012
La figura è intuitivamente inscrivibile in un triangolo.
Nella pratica di Trikonâsana, il triangolo descritto con le gambe è il fulcro che permette la flessione laterale senza perdere l'allineamento e l'equilibrio, senza gravare sulle articolazioni e stancare rapidamente.
Se il baricentro è in mezzo ai piedi, la stabilità è assicurata. Se invece si porta il peso verso la gamba anteriore, si grava eccessivamente sulle articolazioni dell'anca e del ginocchio e più facilmente si perde l'equilibrio. La posizione diventa così scomoda e faticosa.
Trikonâsana promuove l'allungamento dei muscoli delle gambe e rafforza le articolazioni. Nella posizione si comprime parzialmente l'addome ed attraverso la respirazione si va ad effettuare un leggero massaggio agli organi addominali.
L'apertura del petto e quindi della regione del cuore derivata dalla flessione laterale, ha un forte valore simbolico, stimola un atteggiamento positivo e promuove l'autostima.
La colonna vertebrale può compiere movimenti diversi: allungamento, flessione in avanti, estensione indietro, rotazione sul proprio asse e flessione o inclinazione laterale.
Si ritiene che la flessione laterale sia il tipo di movimento che viene eseguito con minore frequenza nelle attività quotidiane e perciò è bene esercitarlo attraverso una pratica come Trikonasâna in modo da mantenere la colonna attiva e flessibile.
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