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Halasana, la posizione dell'aratro

La posizione che aiuta a tracciare nuovi solchi.


Halasana può essere considerata una pratica di livello medio-avanzato, in quanto richiede un buon grado di flessibilità della colonna e delle spalle.

È importante però considerare come anche in questo caso si possono adottare modificazioni che, grazie all'utilizzo di vari supporti, permettono di avvicinarsi gradualmente alla posizione completa e di adattare l'esecuzione ai diversi praticanti.


Quella dell'aratro è una posizione che presente delle forti valenze simboliche.

L'aratro è simbolo del cambiamento: creando dei solchi si prepara il terreno per la semina che porterà alla germinazione. La trasformazione si manifesterà dalla nuda terra al seme ed infine al frutto. La trasformazione però non è immediata e richiede molto lavoro.

Il cambiamento è ciò che porta novità in mezzo a quello che è per contrasto abitudinario: tracciando nuovi solchi si coltivano quelle energia e pazienza necessarie a stabilire nuove abitudini, nuovi percorsi. La pratica di halasana non può infatti essere improvvisata se non a rischio di incorrere in fastidi o infortuni: tempo e pazienza sono necessari per "coltivare" flessibilità ed adattamento nel corpo.



Halasana è una posizione di piegamento ma rivolta indietro: in quest'ottica il simbolo dell'aratro è uno strumento che scava nel passato per cambiare il presente e portare nuovi frutti nel futuro prossimo.

Eseguendo questa posizione si scava nel passato e si sa come la cosa a volte può risultare poco piacevole: ci vuole tempo e pazienza per accettare l'evoluzione degli eventi, tanto più quanto questi divergono dalle nostre aspettative.

Secondo alcune tradizioni, proprio per queste forti valenze simboliche halasana è una pratica che a molti non risulta affatto scontata: la sensazione di un respiro limitato non è dovuta solamente alla compressione della gola ma anche al senso di timore che simboli così forti esercitano sulla psiche.

Quando si è coltivata a sufficienza l'accettazione e domato il desiderio di controllo, si riesce infine a rilassare e nel rilassamento il corpo trova quella flessibilità necessaria ad eseguire un piegamento intenso: accettiamo di piegarci a ciò che non possiamo controllare (la gravità?), senza rassegnazione ma con l'intenzione di agire al meglio nei limiti delle circostanze (controllando i muscoli addominali e dorsali per prevenire infortuni al collo ed alle spalle).


Halasana si esegue partendo da sdraiati supini, con le braccia distese lungo i fianchi ed i palmi delle mani a terra.

Particolare attenzione va dedicata a sistemare la posizione della testa e delle spalle, curando l'allineamento delle cervicali ed il rilassamento dei muscoli del collo.

Inspirando si piega prima una gamba e poi l'altra; staccando i piedi dal tappetino si avvicinano le ginocchia al petto e spingendo sulle braccia si solleva il bacino da terra.

Espirando, si prosegue il piegamento indietro fino a sollevare tutta la schiena per curvarsi e distendere la gambe oltre la testa.

Ginocchia e caviglie sono unite ed i muscoli attivi dai piedi fino alle cosce.

Lentamente, senza forzare e dando tempo al corpo di entrare poco per volta nella posizione, si prosegue con il piegamento indietro fino ad appoggiare le dita dei piedi a terra.

La spinta dei piedi e l'attivazione delle gambe consentono di ridurre la pressione sulla gola e sul collo.

Si mantiene la posizione per qualche minuto respirando attraverso il naso e cercando di rilassare al meglio.

Per ritornare si piegano le ginocchia e lentamente si srotola la colonna appoggiando poco per volta la schiena ed, infine, il bacino sul tappetino. Appoggiare le piante dei piedi a terra prima di distendere una gamba e poi l'altra.

Si riposa quindi in Shavasana ascoltando le sensazioni nel corpo.


Molteplici sono le varianti che permettono di adattare halasana alle diverse condizioni ed ai diversi praticanti.

Inizialmente si può infatti utilizzare una sedia durante l'esecuzione in modo da appoggiare i piedi sulla seduta e quindi da limitare il piegamento indietro: mantenendo la posizione mentre si respira in modo profondo permette ai muscoli di rilassarsi e quindi alle fibre muscolari di allungarsi. Si riduce così la tensione dovuta all'allungamento di tutta la parte posteriore del corpo, si crea spazio nella zona delle scapole e si limita la compressione della gola.

Le braccia possono rimanere con i palmi a terra e sostenere il corpo durante l'ingresso e l'uscita dalla posizione oppure possono essere distese oltre la testa in modo da ridurre la rotazione delle spalle. Con le braccia oltre la testa conviene prestare particolarmente attenzione al movimento eseguito nell'assumere e nel lasciare halasana per non gravare eccessivamente sui muscoli dorsali ed addominali.


Quando con la pratica ed il tempo si ha raggiunto sufficiente flessibilità, si può abbandonare il sostegno della sedia e passare a quello di un cuscino, in modo da incrementare il piegamento indietro e muoversi gradualmente verso la posizione completa.

In alternativa si può mantenere halasana anche senza l'utilizzo del supporto, rimanendo con le gambe distese e parallele al pavimento e promuovendo l'allungamento dei muscoli nella parte alta della schiena attraverso la respirazione profonda. In questa variante però il lavoro a carico dei muscoli addominali potrebbe essere maggiore.

In tutti questi passaggi l'importante è procedere con cautela, limitando se necessario i tempi di mantenimento statico o eseguendo piuttosto in maniera dinamica, per abituare il corpo al movimento di entrata ed uscita e per adattarsi agli effetti della posizione.

La compressione sulla gola è infatti uno degli ostacoli principali di halasana e soprattutto all'inizio può creare una sensazione di difficoltà a respirare in maniera completa.

Come in tutte le pratiche dello hatha-yoga, il rilassamento è la chiave per mantenere una respirazione profonda e per promuovere l'allungamento dei muscoli.

Fondamentale è inoltre osservare un allineamento corretto nella posizione, per cui il peso del corpo gravi sulle braccia e sulle spalle ma non sul collo: se si forza la curvatura indietro senza avere sufficiente flessibilità nella schiena, si sposta il baricentro verso le cervicali quando invece il fulcro del piegamento deve rimanere nella zona dorsale.

L'ingresso e l'uscita da halasana devono avvenire con le ginocchia piegate, preferibilmente muovendo prima una gamba e poi l'altra sia andando verso l'allungamento posteriore che ritornando con i piedi a terra. Così facendo si riducono il lavoro muscolare e la tensione creata sulla colonna, le spalle e le cervicali, diminuendo la possibilità di generare fastidi o infortuni.

La compressione sulla gola stimola le funzioni della tiroide ma le osservazioni scientifiche sembrano non chiarire se tale stimolazione favorisca l'ipotiroidismo o l'ipertiroidismo.

Questa è una delle ragioni per le quali è fondamentale bilanciare halasana con una posizione in cui si distende il collo indietro.

Il lavoro intenso di piegamento della colonna va inoltre compensato con una apertura, un inarcamento in cui si espandono il petto e la gabbia toracica.

Halasana presenta in misura minore gli effetti delle posizione invertite, aumentando il flusso sanguino nel busto e nella testa. Pertanto non bisogna alzarsi in piedi immediatamente dopo la pratica, per non andare incontro a sbalzi di pressione e/o capogiri.

Per queste ragioni la contro-posizione di bilanciamento più adatta e proposta tradizionalmente è matsya-âsana, la posizione del pesce, la quale può essere eseguita a diversi livelli a seconda del grado di flessibilità e delle caratteristiche del praticante.

Si consiglia di mantenere matsya-âsana per almeno la metà del tempo che si è dedicato alla pratica di halasana, in modo da compensare adeguatamente il lavoro sulla colonna e sulla gola.

Riposare infine qualche istante in Shavasana prima di portarsi in piedi.


Anche la variante completa di halasana può essere eseguita con le braccia in posizioni diverse, a seconda del grado di mobilità delle spalle. Come nella variante in appoggio sulla sedia, gli stessi accorgimenti valgono nel movimento di ingresso ed di uscita per proteggere la schiena ed il collo.


La posizione dell'aratro ha un intenso effetto di allungamento di tutta la parte posteriore del corpo, tonificando i muscoli nella schiena, nelle gambe e nell'addome. Promuove inoltre la flessibilità della colonna e delle articolazione delle spalle.

Halasana stimola la circolazione nelle gambe, nel torace e nella testa, aumentando il flusso sanguigno ma senza gravare sul cuore, cioè senza accelerare i battiti.

La pratica produce una leggera compressione sull'addome massaggiando così gli organi interni.

La compressione della gola stimola l'attività della tiroide ed a livello energetico lavora sul chakra della gola, vishuddhi-chakra, il centro energetico legato alle funzioni della parola ed alla capacità di esprimersi a tutti i livelli.

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