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Lo Yoga e gli animali

Quando si parla di âsana, le posizioni dello hatha-yoga, si sentono spesso citare nomi di animali o di altri elementi della Natura, come le montagne, il vento o gli alberi.

La parola asana si può tradurre come "posizione" oppure “seduta”, intesa come “modo di stare seduti o di stare fermi”. Non c'è dubbio che il modo di stare a riposo e di muoversi degli animali abbia influenzato lo formazione di queste pratiche.

Lo hatha-yoga è una tradizione che si è evoluta nella pianura gangetica probabilmente a partire dal III millennio A.C., come testimoniano tavolette di argilla rinvenute nei siti di Harappha e Mohenjo Daro (odierno Pakistan).

In queste incisioni possiamo riconoscere figure antropomorfe sedute in posizioni meditative.

Nel suo sviluppo lo Yoga ha inglobato credenze e culture pre-esistenti, verosimilmente culti animistici in cui il principio spirituale o divino veniva identificato in elementi dei regni animale e vegetale.

Non sorprende pertanto che nell’induismo si trovino divinità con sembianze ibride tra uomo ed animale, frutto dello stesso contesto storico e culturale.

Allo stesso modo nello Yoga (che non è una religione ma piuttosto un approccio filosofico) i riferimenti alla natura sono importanti e diffusi: l'essere umano viene considerato parte integrante dell'ambiente che lo circonda, interdipendente nello sviluppo e nel benessere.


Leggendo i testi classici si può presupporre come i primi yogin e yogini vivessero ai margini dei villaggi, in prossimità delle foreste.

Passi dell’ Hathayoga-Pradipika di Svatmarama elencano le caratteristiche che dovrebbe avere il luogo ideale per la pratica: isolamento, silenzio, assenza di distrazioni ma anche la possibilità di accedere facilmente ad acqua e cibo, magari recandosi periodicamente nei villaggi per ricevere le offerte tradizionalmente riservate nel Subcontinente indiano a coloro che intraprendono percorsi ascetici.

Le yogini e gli yogin vivevano quindi immersi nella natura ed i loro incontri con gli animali erano sicuramente frequenti.

Le pratiche contemplative a cui si dedicavano li portarono ad osservare con attenzione l’ambiente circostante e ad affinare una sensibilità che ha permesso loro di riconoscere i grandi valori intrinsechi ai mondi animale e vegetale.

Non sorprende quindi che si siano ispirati alle caratteristiche degli animali per elaborare e sperimentare pratiche psicofisiche.

Osservando il modo in cui gli animali si muovono e si riposano possiamo infatti intuire la loro profonda capacità di ascolto del corpo, che permette loro di usarlo nel modo più efficiente.

Queste sono proprietà che noi esseri umani abbiamo in parte perso, a scapito di uno sviluppo più intellettuale e meno intuitivo.


Lungo è l'elenco delle pratiche oggi diffuse nello hatha-yoga che si possono citare come esempio: matsyasana, la posizione del pesce; bhujangasana, la posizione del cobra; shalabasana, la posizione della locusta; adhomukhasvan-âsana, la posizione del cane che guarda in giù... Potremmo continuare a lungo, aggiungendo posizioni ispirate ad animali come il gatto e la mucca, il coccodrillo, il piccione, il pavone, il cigno, il corvo (o la gru), il cavallo, la rana, la scimmia, il leone, la farfalla, lo scorpione, il cammello, l'orso, il gabbiano, l'aquila, la lepre, la tartaruga e la serpe. Un bell'elenco! Ed un bella chiave di lettura per lo yoga con i bambini, basando la sequenza su delle storie con protagonisti i diversi animali.

Persino nelle pratiche di controllo del respiro troviamo tecniche come "il respiro dell'ape" ed il "respiro del pesce".

Anche nelle meditazioni in cui si usa il potere dell'immaginazione, sovente le visualizzazioni sono legate ad elementi come montagne, mari, fiumi, prati e boschi.

Tutto questo a ricordarci ed a renderci consapevoli di come l'uomo faccia parte della Natura: non è una entità separata o superiore ad essa.

Anzi, l'allontanamento e quindi la disconnessione dal mondo naturale ha causato grandi problemi agli ecosistemi e malessere al genere umano.

Lo sviluppo culturale, nonostante i suoi indubbi benefici, ha portato l'uomo considerarsi superiori agli animali ed in diritto di sfruttare la natura a proprio uso e consumo, senza curarsi delle conseguenze.

La mancata consapevolezza dell'essere parte integrante del pianeta Terra e di come il nostro benessere sia legato in modo indissolubile al Suo, ha creato danni enormi all'ambiente ed uno squilibrio nell'essere umano a tutti i livelli: fisico, mentale e spirituale.


Nell'esecuzione degli âsana ci ispiriamo quindi agli animali ed al loro modo di muoversi.

In una pratica come quella del "gatto che si stira", a cosa serve l'immedesimazione? A cosa serve coordinare movimento e respiro mentre mentalmente ci si ripete "La mia schiena è forte e flessibile come quella di un felino"?

Sicuramente l'anatomia della nostra colonna vertebrale non cambierà!

Ma è ormai riconosciuto anche in ambiti scientifici il potere dell'attitudine, dell'intenzione.

La riproduzione simbolica delle caratteristiche dell'animale può agire a livello inconscio ed aiutare a correggere atteggiamenti posturali disfunzionali e risposte psicosomatiche.


Pensiamo a come nelle culture arcaiche gli animali assumessero un valore mistico e religioso che induceva rispetto e comprensione dell'interconnessione di tutti gli esseri e dell'ambiente. Questo approccio crea benessere nell'individuo e nella comunità.

Osservando gli animali possiamo trarre ispirazione per approfondire la conoscenza e l'ascolto del nostro corpo, per muoverci in modo più consapevole e percepire i segnali che ci comunica.

Quante volte non riusciamo a fermarci finché il corpo non ce lo impone, perché presi in un ritmo di vita e di lavoro così lontano da quello naturale?

Anche solo prestando attenzione al modo in cui ci avviciniamo agli animali possiamo riconoscere valori come la gentilezza, la lentezza ed il rispetto.

Se guardiamo a come si comportano generalmente i bambini, privi di tante sovrastrutture che gli adulti accumulano crescendo, possiamo notare come gli animali intreagiscano in modo diverso con loro.


Yoga significa unione e non ci può essere unione senza condivisione e rispetto: L'uomo ha molto da imparare dai regni animale e vegetale.

Non a caso la cultura dello Yoga da grande importanza ad uno stile di vita che rispetti tutti gli esseri senzienti e l’ambiente.

Solamente tornando a vivere in modo più armonioso con la Natura, l'uomo potrà trovare quell'equilibrio e quel benessere che oggi manca.

 
 
 

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